giovedì 15 gennaio 2009

quattro canzoni dei pogues

Si tratta solo di guardare il bicchiere nel modo giusto, quando davanti ti trovi solo nel riflesso del bicchiere. Quel bicchiere che conti nelle tasche, che provi a volte come unica cosa che ti possa far passare la serata, che ti fa sorridere o innamorare della persona che casualmente decide di seguirti alla fine del bancone, che sia quello un matto iralndese che voleva solo vedere la partita, un canadese che viaggiando chiedeva informazioni, un belga che è solo venuto a trovare sua figlia o una. Ti siedi sul bancone e ascolti le voci anche solo per venire ad ascoltare qualche parola, gente che studia, gente che beve, gente che sospira, gente che spina, gente che piange per finta, gente che ti tocca la spalla, gente che lascia la porta aperta. Il primo bicchiere diventa quasi sempre inutile, la sobrietà a volte ti impedisce di parlare, il secondo fai amicizia con la barista, al terzo conosci il compagno di banco, al quarto esci a fumare, al quinto speri che chi si sieda accanto a te sia chi tu hai sempre cercato, ordini il sesto per la delusione e conti i soldi in tasca. Esci sapendo che devi ricomprare le sigarette, senza sapere che il più bel sorriso della serata l'hai avuto al secondo bicchiere. Dopo averlo capito scopri di aver bevuto troppo, e che ogni tua parola risulterà stupida, e tu da folle idiota entri e bevi ancora, e finisci a far finta di piangere.
La sera ti trovi col sorriso sul letto, e il giorno dopo ti svegli che il sorriso lo lasciasti ai sogni, e nella stupidità riprendi il bicchiere in mano, ma il primo è sempre inutile.

Nessun commento:

Posta un commento